Prometeo
In greco antico ” Promethéus” (colui che riflette prima). Figura mitologica , figlio di Giapeto e di Cliene, era amico del genere umano. Le tradizioni differiscono talvolta sul nome della madre, viene citata Asia figlia di Oceano, una antica leggenda lo rendeva figlio di un gigante chiamato Epimeteo, il quale lo aveva generato violentando Era. Prometeo venne considerato un eroe e benefattore dell’umanità, godette di una fama molto diffusa, La città di Atene gli dedicò delle feste pubbliche, dette “Prometheia”, venivano percorse lae strade con fiaccole accese per celebrare il grande dono ricevuto.
Prometeo dona il fuoco all’uomo
LA STORIA
Quando gli dei crearono gli animali, a ciascuno fecero un dono, all’orso la pelliccia, al leopardo gli artigli, all’ape il pungiglione, al toro le corna, agli uccelli le ali, al ragno la tela, all’elefante le zanne, ecc. finché trascinati dal gioco, non si accorsero che nel cesto dei doni, non era rimasto nulla, si ritrovarono tra le mani un abbozzo ancora da finire, era l’uomo.
Ma piuttosto che ammettere di essersi sbagliati, fecero finta di averlo fatto di proposito, lo chiamarono uomo, e lo gettarono nella mischia della vita cosi come era, senza ne armi ne difese, e quasi concludendo l’opera con uno scherzo. Solo Prometeo, fra tutti gli Dei, ne ebbe compassione, e quando vi fu il giorno del creato, approfittando della festa, rubò il segreto del fuoco e lo rivelò all’uomo, un dono che nessun animale possedeva, anche se difficile da maneggiare, ma pur sempre qualcosa.
Tutti gli altri Dei però la presero malissimo, il fuoco era l’elemento sacro per eccellenza, la sostanza stessa del cielo empireo era riservato esclusivamente agli astri e ai dardi della collera divina, invece era stato messo in mano ai mortali ! Oltre alla profanazione c’era il rischio di mandare all’aria la macchina dell’universo. cosi Prometeo fu condannato per sacrilegio, incatenato a una rupe, e un’aquila gli avrebbe eternamente divorato il fegato dalla carne viva.
L’audacia di Prometeo che dissacra il fuoco elevando l’uomo al rango di un Dio, questa audacia è considerata un’attentato alla stabilità dell’universo.
Cosa saremmo noi senza quel segreto ?
Perché l’uomo con il fuoco , anche se rimane un essere irimedialmente in bilico, e comunque l’unico in grado di controllarlo e usarlo.
PROSERPINA
figlia di Cerere, una Dea agreste, che viene identificata con la Dea “Libera”. Il suo ratto si realizzò sul lido di Hipponion, sul mare Tirreno, dove benne rapita da Plutone.
Ratto di Proserpina
LA STORIA
Agli inizi del tempo, quando le lotte e amori degli Dei e il mondo stava ancora formandosi, Demetra (la terra) ebbe dal cielo una figlia, Proserpina. Era cosi bella,che la madre passava tutto il tempo a contemplarla e a sorriderle. A quel sorriso i prati verdeggiavano, sgorgavano le sorgenti, i fiori si schiudevano, gli animali correvano sulle colline e le rondini volavano nel cielo azzurro
Plutone, signore delle tenebre infernali affacciandosi dal cratere dell‘Etna si gustava la veduta, vide la fanciulla e se ne invaghi, temendo il rifiuto nel chiederla in sposa decise di farla rapire col favore delle tenebre. La madre svegliandosi e non vedendo più la figlia, e furente per il dolore fece tremare la terra in un brivido di morte, l’erba si fece livida, le rondini fuggirono, gli alberi persero tutte le foglie e tutti gli animali languivano o cadevano in letargo.
Dal ventre tenebroso dell’Etna, di rimando, un fiotto sanguigno di fuoco traboccò dilagando sulla campagna gelata. Demetra e Plutone si fronteggiavano pronti allo scontro finale. Il mondo rischiava di finire prima ancora di essere completato. Per evitare l’irreparabile, si radunò il consiglio degli Dei, fu deciso salomonicamente di dividere l’oggetto del contendere fra i due rivali. Prosperina sarebbe rimasta , a turno, sei mesi con la madre e sei mesi con lo sposo.
Fu cosi che il mondo ebbe l’estate e l’inverno (la stagione degli agricoltori e quella dei fabbri). La guerra tra Demetra e Plutone è definitivamente scongiurata, ma fra tecnica e natura si tratta di un precario armistizio, il fabbro con i suoi segreti nell’oscurità della fonderia e l’agricoltore con i suoi greggi e campi in piena luce. Diversi magari in tutto, ma in un punto sostanziale i due miti concordano.
Vedete ,la questione ambientale quanto è antica, l’istintiva paura del fuoco e del ferro , può ridurre alla morte la terra, l’ altrettanto istinto di parentela che sentiamo e come un gran girotondo di tutto ciò che è vivo.
Prometeo e Proserpina ci aiuta a tranne una lezione, che non si può lavorare per l’energia o per l’ambiente, ma soltanto per l’energia e per l’ambiente.