DIVENTAR NONNI, CHE BELLEZZA!

Il 24 di questo mese sono divenuto nonno! Avevo ormai abbandonato l’idea di assaporare questa particolare emozione, ma come spesso accade non tutto scorre secondo le statistiche, quindi inaspettatamente mi ritrovo catapultato nella figura di “Nonno”. Infatti quei renitenti di mio figlio e della sua compagna hanno abdicato radicalmente all’annoso “status” di impenitenti e goderecci esponenti del cartello «Senza figli / Senza responsabilità». Quindi, come per loro, anche per me e mia moglie occorrerà riprogettare l’attuale e consolidato “menage” e riposizionarci per affrontare una nuova e gioiosa esperienza.
Non mi era mai accaduto, durante i  mesi che hanno preceduto l’evento, di pensare a questa mia nuova funzione, mentre dal fatidico 24 mi ritrovo al pari di una pentola in continua ebollizione, vuoi per la gioia, vuoi per la “fifa” di non essere in grado di svolgere a favore del nipotino (è un maschio) e dei suoi genitori tutto ciò che generalmente viene demandato ai nonni.
Cosa fare per evitare che la pentola esploda? Ho iniziato a documentarmi ampiamente sugli aspetti che mi si prospetteranno d’ora innanzi. Ed ecco cosa ho attinto.

Dal punto di vista psicologico ho ravvisato che il ruolo di nonno/a risponde ad almeno tre funzioni: la prima come figura di sostegno ai genitori che lavorano; la seconda come figura di “radice”, cioè di legame con la storia familiare di appartenenza; la terza come figura di recupero affettivo, perché non possiede la responsabilità diretta dell’educazione del nipotino.
La figura di sostegno si evidenzia al momento in cui i genitori vanno a lavorare e si trovano nella necessità di lasciare il nipotino a persone che si occupino di lui con affetto e competenza. Sicuramente i nonni, generalmente la nonna ma non necessariamente, sono la persona più qualificata in quanto possono dispensare l’affetto e la cura genitoriale unito alla competenza derivata dall’esperienza. Non si deve sottovalutare l’importanza dell’essere “radice” , cioè costruire il legame profondo con il proprio passato in un periodo, quale l’odierno, in cui ognuno prova l’ansia inconfessata e misconosciuta di non possedere riferimenti: la velocità dei cambiamenti ci fanno ignorare il passato (già pare preistoria) e altrettanto ignorare il futuro (che non si riesce a supporre). Viviamo in un presente stretto e poco motivante.
Per un bambino “avere un nonno” vuol dire che anche i suoi genitori sono stati piccoli come lui, e che lui crescerà come loro: il suo desiderio diventa speranza, diventa futuro.
Quando sente che gli vengono attribuiti somiglianze fisiche o caratteriali con il genitore  o con il nonno, si sente parte di una storia familiare che continua, di cui è portatore e per la quale è importante. In un mondo di precarietà, può essere un progetto di vita non trascurabile. Infine la possibilità di attuare un recupero dell’affettività. In effetti essere nonni rappresenta una seconda occasione genitoriale per chi ha vissuto il tempo in cui era padre o madre in modo affrettato o ansioso o iperprotettivo o poco responsabile. Diventare nonni è un momento d’oro per riscoprirsi capaci di tenerezza,  di affettuosità e di allegria insospettate, o troppo a lungo soffocate, in nome dell’efficienza, della produttività e del benessere economico.

3 Commenti a “DIVENTAR NONNI, CHE BELLEZZA!”

  1. Franco scrive:

    Carissimo Carlo congratulazioni per essere diventato nonno! I miei Auguri di vivere questa nuova esperienza con tanta gioia e serenità….. Franco!

  2. nelly colombo scrive:

    Complimenti Carlo, e tanti auguri, per questo nuovo ruolo che dovrai affrontare,
    immagino la tua felicità, non preoccuparti dei problemi che forse dovrai affrontare,
    sicuramente le soddisfazioni saranno maggiori, dagli sopratutto AMORE, i bambini
    non chiedono altro. Ciao NONNO…..nelly

  3. Vemo scrive:

    Congratulazioni Carlo!
    Io che nonno lo sono gia’ capisco la tua emozione e contentezza .
    Finalmente ci sentiamo rinascere e riavere un ruolo importante nella vita!
    Tanti auguri a te e al nuovo venuto. Tanti tanti auspici di felicita dal tuo amico Vemo.

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